Le aveva installato sul telefono un software per controllarla a distanza. Lei ha chiesto aiuto con il ‘signal for help’ al pronto soccorso ed è scattata l’inchiesta. Adesso il marito indosserà il braccialetto elettronico
TERAMO – Tra i tanti soprusi che era stata costretta a subire c’era anche quello di girare con un mini registratore cucito all’interno dei pantaloni da lavoro e con un cellulare sui era stato installato un ‘keylogger’, dispositivo in grado di registrare qualsiasi digitazione sulla tastiera, da un numero di telefono a un messaggio. La donna teramana, madre di due figli, si era però decisa a denunciare il marito geloso, stanca di cinque anni di maltrattamenti e violenze, quando si è trovata al pronto soccorso del Mazzini, per l’ennesimo ricorso alla cure dei sanitari dopo un litigio: ha richiamato l’attenzione del personale sanitario con il ‘signal for help’, universalmente usato da chi si trova in una situazione di pericolo, con le dita a chiudersi a pugno sul pollice, con la mano rivolta verso l’esterno.
Da lì è scattata l’indagine, formalizzata poi con una denuncia ai poliziotti dell’Ufficio volanti della Polizia di Stato di Teramo: le accuse raccolte contro il marito violento si sono tradotte in una ordinanza di arresti domiciliari per maltrattamenti in famiglia nei confronti dell’uomo, emessa dal gip del tribunale di Teramo. L’uomo dovrà indossare il braccialetto elettronico: il provvedimento ha permesso anche di sequestrargli i 5 fucili da caccia che deteneva con regolare porto d’armi.